11 GRADI

A me il vino non piace per niente e nemmeno capisco perché papà, ogni Natale, me ne voglia sempre far provare qualche goccia. A me piacciono le bibite dolci e gassate. Più bollicine ci sono e meglio è. Ho appena compiuto undici anni e papà dice che, per un vino, “11 comincia ad essere una gradazione interessante”. La mamma e il papà non cenano mai senza un bicchiere di vino. E prima di berselo fanno un sacco di cose ridicole tipo farlo girare nel calice, ficcarci il naso dentro, arricciare le labbra nei modi più buffi… hanno fatto dei corsi per imparare a bere così. Chissà che gusto ci trovano, poi.

Da un po’ di tempo, in casa, l’umore non è dei migliori. Pà è stato licenziato dalla sua ditta e non riesce a trovare un altro posto di progettista meccanico. Mà insegna, ma non guadagna tanto. Sono nervosi tutti e due, ogni tanto li sento litigare, ma poi fanno sempre la pace, per fortuna. Mentre mi diceva che quest’anno, per le vacanze, non si va da nessuna parte, mamma faceva la disinvolta, ma si vedeva che le dispiaceva tanto. Da parte mia, ho detto a papà che il calcio mi ha stufato e che quindi fa niente se non andiamo più allo stadio.

Ma non è vero neanche un po’. Poi ci sono tante piccole cose che non sto a raccontarvi perché vi stuferei, ma insomma… sembra che siamo messi maluccio. Il fondo l’abbiamo toccato quando mà e pà hanno smesso di fare le loro manfrine prima di bere e, infine, il vino è proprio scomparso dalla tavola. Allora mi sono seriamente preoccupato. Possibile che nessuno abbia bisogno di un progettista meccanico? Se ha cinquant’anni vuol dire che è più bravo, no? Io, più che guardare gli annunci su Internet, non so cosa fare.

L’altro giorno, però, tornando da scuola, mi è cascato l’occhio sulla vetrina del ristorante “A quattro palmenti”. C’era attaccato un cartello che diceva: cercasi somellié… o sommelier, boh… insomma, quella cosa che è diventato papà dopo i corsi che ha fatto. Appena a casa sono corso da lui, che era al telefono e continuava a dirmi di non disturbare. Quando ha messo giù, aveva una faccia proprio triste e allora gli ho detto del cartello e sono stato contento perché, almeno, è scoppiato a ridere e mi ha scompigliato i capelli come fa quando mi vuole bene. Poi, però, ho sentito che ne parlava con la mamma, seriamente, e lei gli diceva cose tipo “ma scusa, perché no?… Hai un diploma, hai talento e hai una faccia “credibile”… “Credibile”, dico io…boh!

Comunque dopo due o tre giorni, una sera l’ho visto uscire mentre facevo i compiti e ho sbirciato dalla finestra per vedere dove andava. E andava verso il ristorante “A quattro palmenti”. “Wow!” Ho pensato. E mi ha preso l’agitazione; mica so perché. La mamma era di là in cucina e continuava a sbattere la porta del frigo e a far cadere tutto. Ha persino rotto un bicchiere e io ho fatto un salto alto così sulla sedia. Abbiamo apparecchiato la tavola senza dire una parola. Mà non aveva nemmeno voglia di canterellare l’opera, come fa sempre.

Finalmente è entrato papà con una faccia scura scura. Io e mà abbiamo fatto finta di niente, cercando di farci venire in mente qualcosa di scemo per farlo ridere. Ma lui, a un certo punto, ha allungato il braccio che teneva nascosto dietro la schiena e ha appoggiato sul tavolo una bottiglia enorme. Poi, con un sorriso che gli arrivava alle orecchie, mi ha detto: “questa forse piacerà anche a te… ci sono un sacco di bollicine!”.

 

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